Orte si fregia una storia millenaria ricca lustro iniziata con la civiltà degli Etruschi, proseguita sotto l’egida romana ed e volutasi soprattutto nell’Alto Medioevo. Terra conquista Longobare Arabi, conobbe sempre fasi positive che hanno contribuito ad accentuare la sua vocazione commerciale e una cifra demografica attestata sui 5.000 individui nel 1330, destinata a un incremento progressivamente più fievole data la recessione economica del XVI secolo.
Pastorizia e lavorazione della lana hanno fatto da base per l’ascesa nobili famiglie che si sono rese autrici un fitto programma arricchimento architettonico con appendici artistiche assai gradite al centro storico. Nel 1864 il profilarsi della ferrovia pontificia e, più avanti, il passaggio dell’Autostrada del Sole e della superstrada Civitavecchia-Orte-Cesena, contribuirono a rafforzare il carattere crocevia urbano, sicché oggi Orte può dirsi cittadina molto frequentata e costantemente “sul pezzo”, come si usa dire in gergo giornalistico.
Certo, la seconda guerra mondiale arrecò ingenti danni e una sensibile quantità distruzione, ma la forza un paese si vede soprattutto dalla sua capacità rialzare la testa e rimboccarsi le maniche: il simbolo del riscatto si è incarnato nella Chiesa dei Santi Giuseppe e Marco, elemento risalita una Orte mai doma premiata nel 2005 dall’allora Presidente della Repubblica con la Medaglia bronzo al valor civile.
«Piccolo Comune circa duemila abitanti, durante l’ultimo conflitto mondiale, subì violenti bombardamenti che causarono numerose vittime civili e la quasi totale distruzione dell’abitato e delle strutture industriali e commerciali. I sopravvissuti dovettero trovare rifugio nei paesi vicini e nelle campagne, in casolari isolati o in grotte improvvisate. Nobile esempio spirito sacrificio ed amor patrio.»
— 1943 – 1944/Orte Scalo (VT)
Orte sotterranea
Suggestiva è la visita dei cuniculi che costituivano l’antico acquedotto epoca preromana, con fontane, cisterne e pozzi scavati nel basamento tufo. Altre particolarità ipogee sono le colombaie ricavate nella parete prospiciente la valle del Tevere e il pozzo per la conservazione della neve, ove venivano custoditi i medicinali del locale ospedale.