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Il Palazzo Vitelleschi, risalente al sec. XV, sorge nel cuore della cittadina Tarquinia,
Voluto dal cardinale Giovanni Maria Vitelleschi, ed edificato tra il 1436 ed il 1439 (con il completamento dei lavori però solo nel 1460-90), viene considerato uno dei principali palazzi rinascimentali del Lazio. Fu costruito inglobando parti edifici preesistenti, quali un gruppo case verso via Mazzini, un grosso muro presso le scale delle antiche mura Corneto Vecchio, e buona parte della parete verso piazza Soderini. La disomogeneità stilistica, ben evidente in facciata o nel cortile, è dovuta o alle diverse fasi esecutive, o a un cambio architetto in corso d’opera.
Dopo la morte del cardinale in palazzo venne incamerato, ed usato da alcuni pontefici, tra cui Leone X. Alla fine del Cinquecento venne ammodernato dal cardinale Charles d’Angennes de Rambouillet, all’epoca governatore per Sisto V, infine passò alla famiglia Soderini.
All’inizio del Novecento il Comune lo passò allo Stato, che vi allestì un primo Antiquarium; è del 1924 la collocazione nel palazzo della sede del Museo archeologico nazionale Tarquinia.
Il 17 gennaio 1944 fu colpito da una bomba, che lo danneggiò gravemente, richiedendo un accurato restauro nel Dopoguerra.
Nei suoi tre piani ospita il Museo Archeologico Nazionale Tarquiniense.
Al pianterreno si trovano sarcofagi grande pregio, alcuni in marmo greco, databili IV secolo a.C..
Nel primo piano sono ospitate le ceramiche provenienti dalle necropoli Tarquinia, testimonianze importanti dell’arte etrusca e della pittura.
Dal loggiato del secondo piano si gode una spettacolare vista sulla città e sulla campagna circostante che la separa dal mare.
Qui sono conservate e ricostruite una serie tombe dipinte i cui affreschi sono stati staccati e riposizionati qui, in ambienti controllati e climatizzati. In una delle sale sono conservati i Cavalli Alati che facevano parte della decorazione fittile dell’ “Ara della Regina” a Pian Civita.