Rosa nacque a Viterbo nel 1233 da Giovanni e Caterina; desiderava entrare nelle Clarisse, che la respinsero a causa della sua salute precaria. Dopo una guarigione miracolosa entrò nel terz’ordine francescano; secondo la spiritualità san Francesco d’Assisi visse la misericordia nell’opera riconciliazione tra persone e famiglie. Predicò accanitamente contro i catari, aizzati da Federico II contro il Papa, e prese una forte posizione in difesa del pontefice nella lotta fra guelfi e ghibellini. Fu mandata in esilio con la sua famiglia per ordine del podestà Viterbo e si rifugiò prima a Soriano nel Cimino, poi a Vitorchiano. In un’occasione rimase miracolosamente incolume tra le fiamme. Predisse la morte dell’imperatore Federico II e quando questa avvenne, tornò a Viterbo.
La festa Santa Rosa si celebra il 4 settembre, giorno in cui ricorre l’anniversario della traslazione del corpo della santa, avvenuta nel 1258. A Viterbo, città cui è la sola patrona (precedente a santa Rosa il patrono Viterbo, almeno fino al XV secolo, come si evince dai testi frate Annio da Viterbo, era san Lorenzo martire, cui è dedicata la Chiesa Cattedrale. Compatroni della città sono i santi e martiri Valentino presbitero e Ilario diacono; inoltre santa Rosa è compatrona della diocesi Viterbo). Alla vigilia della festa, la sera del 3 settembre ogni anno, viene trasportata in processione sulle spalle cento robusti portatori, denominati Facchini, la Macchina Santa Rosa, un campanile artistico illuminato, rinnovato ogni 5 anni, con un’altezza 28 metri e del peso circa 50 quintali, sormontato dalla statua della santa.
A Viterbo e nei dintorni si trovano numerose raffigurazioni santa Rosa, per lo più in abiti dell’ordine francescano e con una corona rose sul capo.